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La cucina, la mia lingua

By 06:59

Se c'è una cosa che amo fare è cucinare. Se c'è una cosa che amo ancora di piu' è cucinare per gli altri. Per me avere la casa piena di persone e vedere che sono a proprio agio, contente, che andranno a casa pensando : "ho passato proprio una bella serata" è qualcosa che oltre a riempirmi di gioia mi emoziona. Io non sono mai stata una persona molto espansiva, non sono una che dispensa abbracci e baci in modo generoso, anzi, sono piuttosto avida di questo genere di gesti e spesso mi imbarazzo nel riceverli perchè è come se ricevessi qualcosa che non appartiene alla mia lingua e che quindi non so come ricambiare. La mia lingua è la cucina.

Fin da piccina alle prese con gli assaggi



Può sembrare strano, perchè per molti è semplicemente un modo per sopravvivere (è già, senza cibo non si può andare molto lontano), ma per me è molto di piu'. Io quando cucino mi sento felice, mi viene da stare sulle punte dei piedi come quando da bambina mi emozionavo, il tempo non esiste piu', mi sento in una dimensione tutta particolare: tramite i miei gesti ripercorro la storia della mia famiglia, delle mie tradizioni, delle persone che ho conosciuto, dei posti che ho visto, dei sapori che ho provato. Sento di essere nel posto giusto (cosa che non mi capita molto spesso), mi sento forte, sicura, felice.
Quando mi muovo in cucina mi sembra di danzare tra un piano di lavoro e l'altro, tra i fornelli e il lavandino, è la mia danza, il mio modo di esprimermi.
Per me cucinare non è una semplice e meccanica addizione di ingredienti ed esecuzione di procedure, per me è un modo di esprimere il mio amore, la mia gioia nei confronti degli altri (forse è proprio questo "l'ingrediente segreto" che rende i miei piatti buoni).
Decisamente piu' grande, dagli assaggi si è passati alla pratica
Quando io organizzo una cena, non penso mai ai piatti da lavare, alle cose da riordinare, alla "fatica" nel cucinare per 7, 9, 13 persone o al prezzo della spesa. A me non interessa, anzi, piu' persone sono e piu' sono contenta perchè potrò dimostrare a piu' persone contemporaneamente quanto io sia felice che siano presenti.
Questa mia gioia e gratitudine cerco di non trasmetterla solo nei piatti che cucino, ma anche nel modo di apparecchiare la tavola, o "addobbare" la casa. Anche la cena piu' informale del mondo per me ha la stessa importanza e dedico la stessa cura nei particolari che potrei avere per una cena con il Papa, perchè è il mio modo per dire "grazie", per dire "ti voglio bene", per dire "sei importante": è la mia lingua.
la tovaglia non stirata è voluta... :-)
Spesso mi piace essere affaccendata nel preparare qualcosa mentre attorno a me ci sono persone che chiacchierano, ridono, che sono contente di essere lì, anche se io non sono fisicamente partecipe alla situazione, lo sono con i miei piatti o con l'atmosfera che sono riuscita a creare tuttattorno, sono fisicamente in disparte, non al centro dell'attenzione (come piace a me) ma contemporaneamente protagonista con ciò che ho creato.
Oggi niente ricetta, per quella dovete aspettare domani (vi aspetta un bel dolcetto...), ma avevo voglia di scrivere qualcosa su di me e sul perchè per me è così importante poter cucinare.
Ecco un'anteprima della ricetta di domani...


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